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Gae Aulenti. Città opera aperta

16 - 30.6.2022

Curatore/i: Open House Milano e Archivio Gae Aulenti

L’architettura nella quale mi piacerebbe riconoscermi deriva da tre capacità fondamentali di ordine estetico e non morale. La prima è quella analitica, nel senso che dobbiamo saper riconoscere la continuità delle tracce urbane e geografiche sia concettuali che fisiche, come essenze specifiche dell’architettura. La seconda è quella sintetica, cioè saper operare le sintesi necessarie a rendere prioritari ed evidenti i principi dell’architettura. La terza è quella profetica, propria degli artisti, dei poeti e degli inventori.

Gae Aulenti

Gae Aulenti concepiva l’architettura come un’arte della città e il progetto architettonico non poteva fare a meno di commisurarsi con essa, partendo proprio dai vincoli imposti dai luoghi in cui interveniva.

La mostra vede protagonisti quattro importanti progetti di ristrutturazione ideati e realizzati da Gae Aulenti e riferiti a luoghi storici (Le Scuderie del Quirinale di Roma e il Palavela di Torino), o snodi cruciali per la viabilità della città (Piazza Cadorna a Milano e Piazza Dante a Napoli). Quattro architetture che raccontano, la visione progettuale di Gae Aulenti, la ricucitura degli spazi, il dialogo tra il preesistente e la città e l’importanza dell’arte.

La scelta curatoriale è stata quella di selezionare quattro progetti realizzati nelle quattro città della rete Open House Italia, Milano, Roma, Torino e Napoli, per tracciare un fil rouge d’autore comune nel contesto di Architetti Senza Tempo e omaggiare l’architetto Aulenti nell’anno del decennale della sua scomparsa.

Biografia
Gae Aulenti nasce nel 1927 a Palazzolo dello Stella in provincia di Udine.
Laureata nel 1953 al Politecnico di Milan dal 1956 esercita l’attività professionale a Milano, che comprende la progettazione architettonica, l’interior e l’industrial design, la scenografia teatrale.
Dal 1955 al 1965 è nella redazione di “Casabella-Continuità” diretta da Ernesto Nathan Rogers, un luogo centrale per il dibattito architettonico di quegli anni, dove porrà le basi per la sua identità professionale.
Già dai primi anni i suoi progetti esprimono la volontà di legare insieme i molteplici aspetti della disciplina architettonica. Numerosi i prodotti di industrial design nati per completare i progetti architettonici. Tra i più noti le lampade "Pipistrello" e “King Sun” per gli Showroom Olivetti di Parigi e Buenos Aires (1966-67) e, con Piero Castiglioni, la lampada "Bugia" per il Musée d'Orsay (Parigi, 1986) e la lampada "Cestello" per Palazzo Grassi (Venezia, 1986). I suoi oggetti, realizzati con ditte come Knoll, Fontana Arte, Kartell e Artemide, non sono mai puramente decorativi, ma sono il completamento dello spazio architettonico in cui sono inseriti.
Negli anni Ottanta realizza il Musée d’Orsay (1980-86), trasformando la Gare d’Orsay di Parigi in uno tra i più importanti musei d’arte del mondo. Seguiranno il nuovo allestimento del Musée Nationald’Art Moderne al Centre Pompidou (1982-85) e la ristrutturazione di Palazzo Grassi a Venezia (1985-86), per il quale cura numerose mostre temporanee, da “Futurismo & Futurismi” (1986) fino a “Da Puvis de Chavannes a Matisse e Picasso. Verso l’Arte Moderna” (2002).

Della sua produzione architettonica si segnalano inoltre: Palazzo Italia all’EXPO ’92 di Siviglia; la nuova Galleria per Esposizioni Temporanee alla Triennale di Milano (1994); la conversione in museo delle ex-Scuderie Papali presso il Quirinale a Roma; la riqualificazione di piazzale Cadorna a Milano (2000); le stazioni “Museo” e “Dante” della metropolitana e il ridisegno delle piazze Cavour e Dante a Napoli (1999-2002). Due importanti musei completano la sua produzione: il nuovo Asian Art Museum di San Francisco, aperto al pubblico nel 2003, e il Museo Nazionale d’Arte Catalana a Barcellona, completato nel dicembre 2004. Nel 2012 inaugurano l’Aeroporto di Perugia, progettato per il 150° anniversario dell'Unità d'Italia e la ristrutturazione di Palazzo Branciforte a Palermo, insieme con il progetto di riqualificazione del Complesso Sant’Agostino a Modena. 
Tra i premi e i riconoscimenti più importanti: Chevalier de la Légion d’Honneur(Parigi, 1987); Honorary Fellow of the American Institute of Architects (1990); Praemium Imperiale per l'Architettura dal The Japan Art Association (Tokyo, 1991); Cavaliere di Gran Croce (Roma, 1995); laurea ad honorem dalla Rhode Island School of Design (Providence, USA, 2001); Medaglia d’Oro alla Carriera (Milano, 2012).