Curatore/i: Roberto Dulio
I margini non sono la fine ma l’inizio di un luogo
Antonio Rovaldi
L’installazione fotografica End. Word From The Margins New York City (2019), la video proiezione The Rest of The Images (2020), l’installazione sonora Five Walks. New York City (con Tommaso Zerbini, 2021) e le mappe illustrate dell’architetto paesaggista Francesca Benedetto, sono qui esposte in dialogo fra loro nei rinnovati spazi espositivi del Politecnico di Milano e sono un’ulteriore tappa di un viaggio cominciato alla Graduate School of Design GSD di Harvard (novembre 2019) e alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea GAMeC di Bergamo (febbraio 2020) in occasione della pubblicazione The Sound of The Woodpecker Bill: New York City (Humboldt Books, 2019).
A Kind of Eternity
“Durante la primavera del 2016 ho deciso di percorrere tutti i margini di New York City… Le fotografie che ho scelto per raccontare i margini della città sono rimaste a sedimentare sul pavimento del mio studio per un lungo periodo, rimescolandosi tra di loro nella continua rilettura di una distanza. Questa mostra racconta non solo i margini della città attraversati da me tra il 2016 e il 2018, ma anche i periodi in cui sono tornato in Italia e ho ripensato al mio viaggio camminando intorno al perimetro del mio studio. La geografia dei luoghi è un’immagine elastica che si allunga, si allarga e si ristringe a seconda dei nostri stati d’animo. Narrare per immagini è soprattutto un modo per pensare un altro mondo possibile e camminare intorno ai bordi di New York è stato, per me, un tentativo di immaginare il volto di un’altra città”. Antonio Rovaldi
Sul confine
“I confini della città – in questo caso quelli di New York City, ma potrebbero essere quelli di Milano – esaltano il significato profondo di questa ambiguità, catalizzatrice di differenti metodi di rappresentazione, dalla geografia urbana, alla fotografia e al racconto sonoro, come in questo caso, fino al cinema. La ricerca artistica ci permette di afferrare una complessità altrimenti difficile da narrare”. Roberto Dulio
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Locandina
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